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Decimi e diottrie
L'acuità visiva di una persona si misura in decimi. Più esattamente se seduti ad una certa distanza dall'ottotipo (così si chiama il tabellone per l'esame visivo) riuscite a leggere dieci righe , avete dieci decimi di capacità visiva, se ne leggete sei avete sei decimi e così via. Non è eccezionale una vista di undici o dodici decimi, in quanto dieci decimi, pur essendo una buona acuità visiva , non è la capacità massima per il nostro occhio. Vi sono, infatti, persone dotate di un'ottima vista che riescono a vedere appunto quindici o addirittura venti decimi. I decimi quindi, indicano la quantità di vista dell'occhio.
La diottria invece è la potenza della lente che, anteposta all'occhio, ci permette di ottenere una capacità visiva di dieci decimi.
Sarebbe allora spontaneo pensare "tanti decimi in meno, tante diottrie in più".
In realtà una persona con una miopia modesta che vede senza occhiali tre decimi, in genere necessita di una lente leggera, anche di una sola diottria, per raggiungere una vista di dieci decimi. Per contro un paziente con astigmatismo elevato che vede senza occhiali cinque righe dell'ottotipo (5/10), può necessitare di una lente correttiva anche di tre diottrie per correggere il suo difetto e raggiungere i dieci decimi.
Infine, si può avere il caso di una persona con acuità visiva di soli uno o due decimi, a seguito di una malattia dell'occhio, che anche con qualsiasi lente correttiva non sarà in grado di migliorare neppure di un decimo la propria vista. Le diottrie quindi indicano la potenza della lente da anteporre davanti all'occhio, per permettergli di sfruttare al meglio la sua capacità visiva.